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13
Feb

Ottimisti, Pessimisti e… Veri!

Il mio Secondo papa’ si chiama Claudio, Belotti.

E’ stato il mio coach, il mio mentore, la persona che mi ha preso pressoche’ universitaria e mi ha formata.
Mi ricordo che diceva sempre: “al mondo ci sono tre tipi di persone: quelle che fanno accadere le cose, quelle che guardano le cose che accadono e quelle che si stupiscono delle cose che accadono.”

Credo di non averla mai capita veramente.

Sono passati 10 anni da allora, ho conosciuto una casistica varia di esseri umani, e quando dico conosciuto non intendo al bar, intendo nel loro mondo interiore.
Hanno dai 15 ai 70 anni e spesso penso a loro anche fuori dalle mura dello studio…

Cosi, stasera ripensando alla cit. di Claudio, ho riflettuto sui 3 tipi di persone che esistono x me: gli ottimisti, i pessimisti e i veri.

I primi credono in se stessi quanto basta, hanno avuto durante l’infanzia qualcuno che credeva in loro o hanno dovuto diventare talmente indipendenti presto da essersi costruiti da soli la propria autostima, sono determinati, caparbi, concreti nell’analizzare le situazioni e trovare soluzioni.
Credono in qualcosa e si impiegano perche’ quel qualcosa accada, sono attivi e consapevoli che “dal cielo cade solo acqua e neve”.
Sono quelli del: sono io a far accadere le cose nella mia vita, quindi mi adopero perche’ vadano come dico io.
Debolezze: manie del controllo sullo scorrere degli eventi. Appena qualcosa sfugge dai loro piani o dalle loro dinamiche crollano. E li esce tutta la loro debolezza. La mancanza di flessibilita’ e accettazione

I pessimisti sono passivi nei confronti della vita, credono nella fortuna-il destino-la sfiga come unica legge che governa la loro esistenza, aldila’ del loro operato.
Sono quelli del: le cose accadono (naturalmente quasi tutte negative, e nella positivita’ temono l’incognita negativa dietro l’angolo) indipendentemente dal loro operato.
La vita decide. Loro subiscono. Avvolti nel vortice dell’astenia e della mancanza di re-azione.
Per questo si pongono verso la vita con apatia generale, visioni negative, scarsa creativita’, tendenza all’autosvalutazione, scarso entusiasmo.

Questa categoria, presenta una grande sottocategoria: i “i finti ottimisti, i pessimisti mascherati”.
Sono persone con ferite non elaborate, rabbia latente, che appaiono forti, sorridenti, decisi, ma in realta’, nascondono un’anima fatta di pessimismo, mancanza di fiducia in se’ e negli altri. Agiscono in preda alla paura se spremuti e buttano fuori tutto il loro disequilibrio in momenti improvvisi, in cui forse loro stessi perdono il controllo, prima di accorgersene e rimettersi la maschera con lo smile.

E poi ci sono veri.
I veri non hanno maschere sociali pur non avendo comportamenti asociali.
Sanno semplicemente vivere la loro vita e accettare le diverse fasi che la compongono: sanno gioire dinnanzi a una gioia, combattere dinnanzi a una sfida, lottare con cio’ in cui credono, ma anche arrendersi quando le cose vanno diversamente dalle loro aspettative.
Si mostrano morbidi verso la vita e decisi nel sapere con cosa e chi trascorrere il loro viaggio.
Sanno far fluire tempo, persone, situazioni.
Sanno perdonare e ripartire.
Sanno riconoscere quando non stanno bene con umilta’ e sanno raccogliere i cocci della propria vita e ripartire con molta determinazione.
Sanno correre, lavorare, organizzare e sanno riposarsi, rilassarsi.
Perche’ non temono di rimanere soli con se stessi.
Sanno mendicarsi quando serve, senza finte aspettative di perfezione in se’ e negli altri.
Sanno accettare e amare le persone e le cose x quello che sono.
E sanno amare se stessi, nel loro personale cammino di crescita, di evoluzione, anche e soprattutto attraverso gli attimi involutivi.

Essere dei veri e’ la sfida che la Vita ci lancia: lasciar andare le situazioni del passato e andare avanti liberi, leggeri, ma coi piedi ben ancorati nella terra e le mani sempre pronte ad agire.
Essere veri e’ un atto di coraggio.
Essere pronti a cogliere questa sfida e’ il piu’ grande atto di coraggio che si possa compiere.